La marmotta

L’animale che si ha più facilità di incontrare in una passeggiata al Devero è la marmotta.

La marmotta vive in alta quota, tra i 1.500 e i 3.000 metri di altitudine. La si trova soprattutto dove suolo, detriti e massi stabilizzati permettono la costruzione delle profonde tane in cui vive.

In alta val Buscagna spesso le marmotte si avvicinano senza timore. Luglio.

La marmotta è un roditore coperto di un foto pelo grigio – bruno, lungo circa  cinquanta centimetri, cui si aggiunge una lunga coda di un’altra quindicina, che utilizza anche per comunicare a seconda della posizione che assume. Ha piccole orecchie, un muso lungo e lunghe vibrisse con cui percepisce il terreno e l’aria attorno a sé. I denti incisivi ogni giorno si consumano e sono in crescita continua. Ha delle zampe corte; quelle anteriori hanno lunghe unghie che utilizza per scavare la tana.

Le zampe anteriori hanno lunghe unghie per scavare tane profondissime. Foto Armando Bottelli

Le marmotte hanno una spiccata socialità. Vivono in gruppi familiari guidati da una coppia di adulti dominanti con cui convivono i figli anche fino ai tre anni di età. Durante il giorno, in estate, mentre sono all’esterno, sono facile preda dell’aquila, o più a bassa quota, della volpe. Ciascun individuo è vigile ad ogni rumore ed eventuale pericolo. Il primo che lo avverte, si rizza sulle zampe posteriori ed emette un grido simile a un  fischio per avvisare tutte le compagne a mettersi velocemente al riparo. I fischi hanno un linguaggio particolare: un solo grido avverte di un pericolo che proviene dall’alto, come un’aquila o qualcosa che scende da un pendio; se i fischi sono ripetuti il pericolo viene da un lato, come un cane, una volpe, un uomo giunge da un lato. Il loro grido si può sentire fino a un chilometro di distanza; i fischi più o meno intensi indicano la vicinanza del pericolo. 

Al grido di allarme, le marmotte si rifugiano velocemente nelle tane, che si aprono sul terreno con numerose larghe aperture. In estate vivono soprattutto all’esterno, cercando cibo tra le erbe, germogli, radici, semi, bacche e fiori. Le marmotte non bevono: assumono i liquidi necessari dalla rugiada mattutina e dall’erba di cui si nutrono. Non avendo dai predatori altro riparo che la fuga, la loro attività si svolge nei pressi della tana, a non più di 20 metri. 

Marmotte ai Piani della Rossa, giugno. Foto Alessandro Franzini

Sono animali territoriali;  attraverso una secrezione odorosa che emettono dai cuscinetti plantari delle zampe anteriori, dal muso e dalla zona anale marcano il territorio per il proprio gruppo familiare.

Vigile e attenta. Sotto i cuscinetti delle zampe la marmotta secerne un marcatore odoroso per segnare il proprio territorio.  Foto Armando Bottelli

Con l’avvicinarsi dell’autunno le marmotte si preparano per affrontare i freddi di alta quota. La tana viene approfondita, fino a una decina di metri di profondità, e scavata con lunghi cunicoli e ambienti diversi. Nel più ampio viene adagiato un letto di erbe fatte seccare al sole per conservare il calore e dove la comunità si trasferisce per affrontare l’inverno.

La tana viene sigillata con terra inumidita dalla saliva e il gruppo familiare si adagia, uno accanto all’altro per conservare il calore, e cade in letargo. I battiti del cuore si rallentano, a circa 15 battiti al minuto (da un ritmo di 130 in stato vigile), la temperatura del corpo scende intorno ai 5 gradi,  i respiri e  le funzioni vitali si rallentano. Le scorte di grasso accumulate durante l’estate si consumano a poco a poco. I piccoli dormono accanto agli individui adulti, senza i quali difficilmente sopravvivono; gli adulti cedono loro parte della propria energia termica, consumando di più se hanno un piccolo accanto.  Da ottobre ad aprile le marmotte rimangono nelle loro tane in letargo; si svegliano tre o quattro volte se la tana diventa troppo fredda, in modo da riattivare un poco la circolazione e depositare i propri escrementi in un ambiente apposito.

In primavera, quando escono dalla tana, spesso i pendii e le praterie sono ancora coperte di neve e il pericolo di essere avvistati è molto maggiore. E’ il periodo dell’accoppiamento nel riparo della tana e dopo 40 giorni di gestazione nascono da due a cinque piccoli.  Vengono allattati per altri 40 giorni e usciranno dalla tana solo ai primi di luglio.

Ecco le parole di Armando Bottelli, amico e fotografo che condivide questi scatti.

Le marmotte a Devero si sentono e incontrano ovunque. In Val Buscagna, nei pressi del sentiero di collegamento con l’Alpe Veglia, è facile scorgere alcuni individui davanti alle loro tane intente a prendere il sole oppure scorrazzare tra i prati e le rocce circostanti.

La valle Buscagna. Foto Armando Bottelli

La marmotta è un mammifero abbastanza semplice da fotografare all’Alpe Devero, e nonostante sia un animale abbastanza comune da incontrare durante le nostre passeggiate è buona regola cercare di non disturbarle in nessun modo. A volte sembra magari superfluo ricordarlo, siamo in un Parco e abbiamo a che fare con animali selvatici, ricordarsi sempre che siamo a casa loro.

E’ buona regola cercare di non disturbarle. Foto Armando Bottelli  
Abbiamo a che fare con animali selvatici, ricordarsi sempre che siamo a casa loro. Foto Armando Bottelli

Sotto la cima del Cazzola ho fatto l’incontro con questa marmotta… ho pensato di non avvicinarmi troppo per non arrecare disturbo essendo io nel suo territorio.

Ad un tratto me la sono ritrovata ad un paio di metri incuriosita… Foto Armando Bottelli

Mi sono sdraiato a prendere un po’ di sole approfittando della bella giornata. Ad un tratto me la sono ritrovata ad un paio di metri incuriosita…e’ stata una grande emozione essere accettato nel suo ambiente. Ho potuto fotografarla senza minimamente inseguirla come spesso si vede fare. Mi direte è solo una marmotta! No cari miei è una marmotta a casa sua io ero suo ospite.

12.08.2020 Renata Farina e Armando Bottelli

Lascia un commento