Il “Grande Est”. 4. L’Alpe della Valle

Il gradiente di rocce per giungere all’altezza degli alpeggi può essere percorso su comodi sentieri utilizzati da secoli per far salire gli animali al pascolo.

Per raggiungere l’Alpe della Valle, dalla località Crampiolo, si sale verso la diga più piccola del lago di Codelago, situata più a est, si segue per un poco il sentiero che lo costeggia e poi si sale a destra in uno stretto sentiero nel lariceto.

Tra gli alberi appare la cima della punta Fizzi

Si cammina lungo un sentiero su un terreno molto fragile, scavato dal calpestio e dallo scorrere delle acque che hanno eroso il manto fino alle lastre di pietra e lo hanno trasformato a volte in uno stretto toboga. Recentemente si sta diffondendo l’impiego di mountain bike e capita di trovare i più esperti scendere su questa traccia. Si raccomanda dunque ai ciclisti di monitorare quanto il loro passaggio contribuisca a erodere il terreno e di portare attenzione ai camminatori che si trovano in salita sul sentiero.

La vista offre ripetuti scorci sul lago, spesso toccanti per il colore delle acque che si stagliano tra i rami. Più in alto, procedendo, sfilano sul versante opposto del lago la Punta del Crampiolo e le bastionate della Valdeserta.

In occasione di una precoce nevicata, il grigio perla del lago appare tra i larici ancora dorati imbiancati dalla neve.

Al termine della salita, il bosco lascia il posto all’ampia piana prativa dell’Alpe della Valle.  Alle spalle si lascia  il Pizzo Crampiolo e i monti della Val Deserta.

Un piccolo ponte attraversa il ruscello sul dolce declivio del prato

Le baite dell’alpeggio decenni fa sono state travolte da una frana,  un ponte attraversa il piccolo torrente formato dagli infiniti rivi che scendono lungo i pendii, mentre la valle si apre morbidamente verso i Pizzi del Busin e della Valle. La dolce conformazione del territorio denuncia il modellamento glaciale su un territorio roccioso di calcescisti.

La dolce apertura dell’Alpe della Valle. Le baite sono state travolte da una frana.

Ogni stagione presenta meraviglie. Le praterie di alta quota sono ricche di specie floreali svariate e ricchissime in biodiversità. In luglio, lungo il sentiero le infinite specie di fiori deviano lo sguardo dalle cime e toccano l’animo con la varietà dei loro colori e della loro presenza.

Nigritelle, arnica, trifoglio, rododendro, campanule prepotentemente attirano lo sguardo e rallegrano della loro presenza

Dall’Alpe della Valle si può proseguire lungo il sentiero in quota che porta a nord per l’Alpe della Satta, o salire verso le bocchette e le cime sulla cresta, oppure piegare a destra, verso sud, e percorrere un itinerario che porta all’Alpe Corbernas.  

Da qui si alza lo sguardo sul monte Figashan e più oltre verso l’Arbola

Procedendo, iniziano a comparire  le cime che si stagliano all’orizzonte.

Tra le nubi contro sole si stagliano le cime del Cornera
Procedendo verso il Cobernas. A sinistra si intravvede l’umida torbiera

Più avanti lo spazio si dilata e si procede su uno straordinario balcone da cui lo sguardo e l’animo spaziano. Un’ampia distesa di rododendri e mirtilli ricopre la costa del primo gradino, tra larici sempre più radi: una ricchissima variazione di colori si accende in autunno. Regale, la corona del Diei e del Cistella imbiancata.

Qui la localizzazione e possibili percorsi: mappa

Renata Farina, novembre 2020

Lascia un commento