Si apprende dalla stampa che il Piano Strategico “Avvicinare le Montagne” è stato ritirato: una cinquantina di interventi tra impianti a fune, piste da sci, bacini idrici, cannoni per la neve artificiale, percorsi per MTB, nuovi centri di recettività, servizi e infrastrutture per trasformare lo straordinario patrimonio naturale del Devero in un grande complesso turistico inverno – estate.
I promotori e i loro sodali, dopo cinque anni di attese e promesse non realizzate, hanno dovuto fare i conti con quello che era chiaro fin dall’inizio: la vigente normativa, regionale, nazionale ed europea, non consente l’attuazione di “Avvicinare le Montagne”.
Non sono stati “ostacoli burocratici”: il grande piano non è riuscito a superare la Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
È la dimostrazione che l’opposizione di comitati, associazioni, aziende lungimiranti, e di una grande ondata di sdegno (la petizione “Salviamo l’Alpe Devero” su Change ha superato 108.000 firme) era ed è fondata sull’ineludibile principio di civiltà: il rispetto delle leggi.
Ma la malcelata aspirazione di mettere le mani sullo straordinario patrimonio collettivo del Devero è tutt’altro che rimossa: imprenditori, pubblici amministratori e politici, di fronte alla certificata impossibilità di avere soddisfazione, stanno cambiando strategia. Ripropongono vari interventi, uno alla volta, auspicando una loro più facile approvazione. Alcuni progetti sono stati proposti tra quelli da finanziare con il PNRR, altri vengono presentati singolarmente dalle istituzioni locali.
Oggi l’ambiente del Devero ha riacquistato dignità costituzionale, ma la partita non è finita. Il Comitato Tutela Devero continua il suo indefesso e indispensabile monitoraggio del territorio e delle contraddizioni normative insite nei singoli progetti. Le azioni di tutela costano: contribuite sul sito www.comitatotuteladevero.org