Quanti hanno coscienza che tutta l’area del Devero è un’area di estremo valore naturalistico e paesaggistico e come tale è protetta?
L’Alpe Devero è situata nel cuore di un Parco Naturale, il Parco Alpe Veglia – Alpe Devero Binntal, formato nel 1990 dall’estensione del primo Parco Naturale piemontese degli anni 70, il parco di Veglia, con l’annessione dell’area del Devero, per tutelare le caratteristiche ambientali e naturali delle due conche montane e del loro territorio. Ed è recentissimo, del 27 settembre del 2019, il riconoscimento del valore ambientale di questi spazi montani nel loro complesso, con l’integrazione con il confinante Parco svizzero di Bintall e l’istituzione da parte dell’Unione Europea di un Parco Transfrontaliero, il secondo in Italia, che forma un solo grande corridoio naturale che ne tutela le caratteristiche ambientali naturali e il paesaggio.
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Con l’inserimento di gran parte del territorio del Devero all’interno del Parco nel 1990 si costituì nei territori confinanti la Zona di Salvaguardia dell’Alpe Devero: con analoghi principi di tutela del Parco, essa comprende l’Alpe Devero, la località Crampiolo e la valle Bondolero.
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Nella Zona di Salvaguardia, successivamente denominata Area Contigua, un lungimirante Piano Paesistico ha protetto i valori dell’architettura tradizionale montana limitando le nuove costruzioni e vincolando il restauro delle strutture esistenti, in gran parte baite in pietra o legno, al recupero dei loro caratteri tradizionali.
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Tutte queste aree, compresa l’Area Contigua, rientrano sono inserite all’interno di un ulteriore sistema di protezione, la Rete natura 2000 istituita dall’Unione Europea. L’intera zona, con una estensione in Formazza, è riconosciuta dall’Europa come Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Sito di Interesse Comunitario (SIC) ora Zona Speciale di Conservazione. Il riconoscimento non è da intendersi solo come un vincolo legislativo di più alto livello rispetto a quello locale o nazionale, normato per questa area dalla Direttiva Habitat e dalla Direttiva Uccelli dell’Unione Europea, ma come la dichiarazione dell’importanza di questa area ancora integra per tutto il sistema naturale, anche sovranazionale, di ambienti e specie e di luoghi di approdo o di permanenza per gli uccelli.
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Un’ulteriore norma tutela gli ambienti del Devero: il Piano Paesaggistico Regionale del Piemonte, approvato nell’ottobre 2017. Un Piano che mette “il Paesaggio al centro delle politiche regionali piemontesi. Il Piano porta con sé una sfida cruciale per i prossimi anni: proteggere i luoghi di eccellenza, governare le trasformazioni e favorire la creazione di nuovi paesaggi di qualità.” Una chiara indicazione sulla politica da adottare e inoltre una precisa attenzione ad alcuni elementi del paesaggio: tra queste le vette montane e i crinali, che non possono essere alterati con infrastrutture.
Si ricorda inoltre l’articolo 9 della Costituzione che sancisce che “La Repubblica (…) tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. E la Corte Costituzionale in una sentenza del 1986 ha indicato la “primarietà del valore estetico-culturale che non può essere subordinato ad altri valori, ivi compresi quelli economici”.
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L’Alpe Devero è stata inoltre riconosciuta dal Fondo Ambiente Italiano come un “Luogo del Cuore del FAI”. In seguito a un censimento, la Fondazione nel 2019 ha scelto l’Alpe Devero tra i 27 luoghi meritevoli di intervento diretto: il loro intervento sarà di supporto ad azioni di tutela ambientale e paesaggistica di fronte a nuovi progetti di sviluppo infrastrutturale. Il Fai lo ha riconosciuto come un “unicum”di ambiente e cultura alpina in un sistema di aree protette, con vegetazione e fauna di particolare pregio.
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Entrare in un ambiente così ricco di valori paesaggistici, naturali, di biodiversità è un’esperienza che si percepisce immediatamente: la limitatezza delle infrastrutture è un elemento di qualità che rende l’Alpe Devero e il suo territorio una meta unica rispetto ad altre località montane che vedono una prevalenza di elementi antropici. L’approccio a un’area di tale fragile bellezza richiede una serie di comportamenti che permettano di preservarne i caratteri vitali per le specie che abitano questi spazi alpini, minacciati da fattori che rischiano di alterarli per sempre.
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10-08.2020 Renata Farina