L’afflusso di visitatori all’Alpe Devero è in continua crescita. Negli ultimi anni i frequentatori sono aumentati in modo vertiginoso (+ 433% dal 2003 al 2018) e il loro numero è altissimo: 180.000 persone vi si recano in un anno tra estate e inverno.
Il motivo che li richiama è lo straordinario paesaggio e la “naturalità” degli ambienti, ma il forte impatto antropico potrebbe danneggiare gli stessi caratteri che li attraggono. Sono necessari perciò dei comportamenti adatti che rispettino e non alterino il fragile equilibrio di questi ambienti, unici perché ancora naturali. Ecco alcune regole, normate dall’Ente Parco e dai Comuni, e alcuni consigli di comportamento.
Obblighi e divieti
Queste le regole che vanno obbligatoriamente rispettate, pena una sanzione economica da parte degli operatori del Parco o dei Comuni:
- Tenere i cani al guinzaglio. I cani devono essere obbligatoriamente tenuti al guinzaglio, per non danneggiare le specie animali. L’Ente Parco ricorda che “la primavera e l’estate sono anche il momento in cui diverse specie (tra le quali alcune particolarmente vulnerabili come fagiano di monte e pernice bianca) si accoppiano, danno alla luce i piccoli e li allevano. Per chi nidifica e cova a terra, tra gli arbusti, i pericoli e gli inconvenienti non mancano”.
- Non far volare droni. Le diverse specie di uccelli protetti vengono disturbati dal sorvolo. In caso di particolari esigenze è necessario chiedere autorizzazione all’Ente gestione Aree Protette.
- Non campeggiare. E’ vietato effettuare insediamenti con tende o altre mezzi. In tutta l’area è concesso solo fare bivacchi temporanei durante la notte, ma senza piantare la tenda. A Devero il campeggio è consentito solo nell’area dedicata.
- Non accendere i fuochi.
- Non raccogliere i fiori. Gran parte dei fiori presenti sono protetti dalla Regione Piemonte e alcuni anche dalla Direttiva Habitat europea che li riconosce come specie rare e in via di estinzione. Tra questi anche l’Arnica montana e l’Artemisia Genepì. Per altre specie si possono raccogliere fino a 5 esemplari: ma perché strappare dal loro luogo di vita la straordinaria bellezza di un fiore per farne un mazzo che sicuramente ha vita breve?
Comportamenti consapevoli
La montagna è luogo di ri-creazione, libertà, amicizie. Ma l’espansione della nostra esuberanza non deve farci dimenticare in quale ambiente ci troviamo e come inserirci nel contesto in cui entriamo.
- Rumori. Non fare rumori inutili (schiamazzi, musica, ecc). I rumori possono disturbare gli animali che vivono dove noi stiamo passando. Anche durante le escursioni si può acquisire gradualmente una attitudine ad ascoltare, percepire con tutti i sensi ciò che ci circonda. L’esperienza del cammino sarà sicuramente più ricca. Ambienti abitati da animali ci possono fare apprezzare il canto del cuculo, il fischio della marmotta, l’abbaiare della volpe la sera o il bramito dei cervi a fine estate.
- Rifiuti. Non lasciare nell’ambiente alcun tipo di rifiuti. Gli avanzi dei pasti possono essere riposti nello zaino, come sono stati portati. Così come i filtri di sigarette e i fazzoletti di carta: scompaiono forse dopo il nostro passaggio? La carta “igienica” è fatta di cellulosa cui sono aggiunti additivi chimici, sbiancanti e “antimuffa” che rallentano appunto la decomposizione. Perché non imparare ad utilizzare una borraccia con acqua di fontana anche quando andiamo a “imboscarci” (e non a nascondersi dietro alle abitazioni, lasciando evidenti tracce del proprio passaggio e chi vi abita)? Anche i rifiuti dei cani vanno riportati a valle negli appositi contenitori (e non lasciati presso i sentieri nei contenitori stessi).
- Prati e suolo. Non calpestare i prati. L’incremento continuo dei visitatori può diventare una minaccia per il suolo che impiega anni a far crescere l’humus e le erbe ma che facilmente viene eroso per sempre. I prati fioriti non vanno calpestati, così come è meglio seguire le tracce dei sentieri battuti e non portarsi coperte e tovaglie per fare pic-nic presso i laghi circondati spesso da fragili habitat di torbiera.
- Abbigliamento. Un paio di scarpe comode è una buona misura per camminare in montagna: nei prati , sui sentieri, negli ambienti sassosi si può incontrare la vipera; dopo le piogge inoltre i sentieri sono fangosi e possono essere percorsi facilmente se non si ha il pensiero di non “sporcarsi” le scarpe. Cambi di temperatura e temporali improvvisi possono capitare inaspettati, soprattutto d’estate, perciò è utile portare con sé un capo di abbigliamento adeguato. Una riflessione si può fare sui colori dei propri vestiti: vi è mai capitato di voler fare una fotografia tra i bruni dell’autunno e avere nell’inquadratura dei camminatori vestiti color fuxia, o giallo o rosa “evidenziatore”? Anche nella scelta dei colori che ci propongono nei negozi di abbigliamento possiamo considerare l’ambiente che andiamo a percorrere.
- Arrampicata. Le montagne del Devero, con le sue rocce di serpentino o graniti, offrono impagabili opportunità di arrampicata in montagna, soprattutto con vie tradizionali di roccia. Esistono alcuni settori attrezzati per l’arrampicata sportiva. Uno di questi, Busin-Stange sopra la diga di Codelago, è stato equipaggiato su pareti che sono luogo di nidificazione dell’aquila. Nei momenti di nidificazione, in genere ogni due anni nei mesi estivi, l’attività di arrampicata è sospesa fino al momento in cui i piccoli prendono il volo. L’Ente Parco avvisa ogni anno dell’eventuale chiusura e riapertura della falesia. Non è permesso attrezzare con spit vie o palestre di arrampicata senza l’autorizzazione del Parco.
- Bicicletta. La recente espansione delle mountain bike e biciclette elettriche potrebbe divenire un inconveniente per l’ambiente che si attraversa. Un passaggio frequente potrebbe portare fenomeni di erosione del suolo, così come dare disturbo agli escursionisti che percorrono i sentieri. La regola per chi utilizza comunque la bicicletta è quella di dare precedenza, anche in discesa, agli escursionisti.
- Sci. Durante la stagione invernale alcuni uccelli Galliformi alpini scavano tra la neve le loro tane a forma di igloo. In primavera poi occorre stare attenti a non disturbare animali come la pernice bianca e il fagiano di monte, particolarmente vulnerabili e la cui popolazione tende a diminuire drasticamente a causa dei cambiamenti climatici e del disturbo che viene dagli escursionisti e sciatori. Sono uccelli territoriali, con riti di confronto tra maschi prima dell’accoppiamento: a partire dalla fine di aprile i maschi di pernice difendono un territorio tramite il canto e i caratteristici voli nuziali, a campana, mentre i maschi di fagiano si sfidano all’interno di un’arena per conquistare la femmina con cui accoppiarsi.
- Caccia. La caccia è regolamentata dall’Ente Parchi.
- Pesca. La pesca è regolamentata dal Ente Parchi. Per l’esercizio nella Riserva di Pesca del Parco Veglia Devero è richiesto il possesso della licenza governativa in regola con i versamenti regionali ed il permesso rilasciato dal Parco accompagnato dal Tesserino segna catture.
- Raccolta di funghi. La raccolta dei funghi è regolamentata dall’Ente Gestore Aree protette. La raccolta dei funghi epigei spontanei è consentita previa acquisizione del titolo per la raccolta, avente validità regionale.
- Raccolta di mirtilli e altri frutti spontanei. Attenzione a non disturbare gli animali che scelgono rododendri e mirtilli quale luogo ideale per nascondersi e nidificare, tra i quali la vipera. Non è consentita la raccolta con rastrelli che danneggiano la pianta.
- Fotografia. La fotografia è una modalità affascinante per mettersi in contatto con l’ambiente, osservare particolari e inquadrature, cercare la propria personale risonanza con l’habitat che si attraversa. Per la fotografia naturalistica è però sconsigliato l’uso delle trappole fotografiche: i lampi ripetuti, le visite del fotografo possono spaventare gli animali che volete riprendere nel loro ambiente privato.
Osservazione, ascolto, scoperta; entusiasmo, stupore, felicità, sbigottimento sono tra le tante esperienze che ci possono accompagnare in un approccio recettivo a quanto vive attorno a noi.
11.08.2020 Renata Farina