Mirabilmente adagiata su un ampio pianoro prativo, l’Alpe Fontane è sormontata da potenti cime: il Monte Cistella, il Cervandone, l’Helsenhorn, l’elegante Rossa sono ingigantiti sopra le piode delle baite.
Alle spalle della stalla dell’Alpe Fontane giganteggia il Cervandone
L’Alpe Fontane era un alpeggio intermedio utilizzato prima di salire sulle più alte praterie del Sangiatto. La stagionale salita delle mandrie ai pascoli alti è tuttora regolata da editti comunali. All’inizio dell’estate, tra fine giugno e luglio, il Comune emette una “grida” in cui si autorizzano i pastori a far uscire i propri capi di bestiame dai terreni privati recintati e ad utilizzare i pascoli comuni.
Ora l’alpeggio non è utilizzato, e consta di una lunga baita, un piccolo edificio coperto da un tetto in lamiera e una lunga stalla aperta con tetto a capriate.
L’alpeggio è un luogo pacifico e silenzioso, che può essere raggiunto da valle attraverso la località di Cologno mediante un sentiero tra i prati e i boschi suggestivi soprattutto in autunno e nel periodo della fioritura.
Spesso è tappa di un percorso più lungo per chi vuole salire ai monti senza arrivare fino alle soglie dell’Alpe Devero, partendo dal posteggio sotto Cologno. Dall’Alpe Fontane si può procedere per Crampiolo mediante la Forcoletta (un tratto di sentiero è esposto) in una deliziosa valletta boschiva oppure risalire per Sangiatto.
Ma la visione più grandiosa la si sperimenta in senso opposto: dopo una escursione al Sangiatto la discesa verso Fontane affaccia sul maestoso Cervandone con la sua imponente grandiosità. Da un lato lo sguardo abbraccia la catena fino ai monti del Vallese, dall’altro il becco del Pizzo della Rossa fa controcanto con le cime mozzate di larici secolari.
Qui la localizzazione dell’Alpe Fontane e i possibili itinerari: mappa
Renata Farina, novembre 2020